Mascherine tricolori

Mascherine tricolori, ottavo atto: flop della manifestazione nazionale e minacce per l’autunno

20 giugno 2020, ottavo sabato per le piazze delle Mascherine Tricolori, giorno della manifestazione nazionale del “movimento” a Roma.

Il termine movimento merita le virgolette perché – come già rilevato fin da inizio maggio dall’Osservatorio – si tratta di una creatura made in Casa Pound. L’organizzazione neofascista, infatti, sarebbe alla ricerca di rinnovate agibilità politica e legittimazione sociale nella fase post-covid, dove punta a cavalcare il malessere sociale della classe lavoratrice in difficoltà. Obiettivo: aggregare nuovi consensi e militanti intorno all’ostilità verso il governo Conte, accusato di essere contrario agli interessi “degli italiani”.

Questo è stato appunto il sabato scelto per la prova di forza nella capitale, con la convergenza in un’unica piazza centrale, quella della Bocca della Verità, dopo un breve corteo da via dei Cerchi.

A dirla tutta, il proclamato assedio al governo e alla politica di palazzo non ha richiamato folle oceaniche, ma solo alcune centinaia di persone, come mostrato ad esempio dal video panoramico diffuso dall’agenzia di stampa Adn Kronos (https://bit.ly/3hSsUPV). Il Corriere della sera nella sua edizione romana parla di 700 presenze (https://bit.ly/3hTEgD1), Il Messaggero di meno di mille (https://bit.ly/3hTMjjd). Al di là del toto numeri, come adunata nazionale pare un risultato un po’ deludente (v. foto). Specie considerando che, nella stessa giornata, solo a Milano diverse migliaia di persone hanno manifestato in due piazze distinte per chiedere il commissariamento della sanità lombarda e le dimissioni della giunta regionale a causa della gestione dall’emergenza covid 19 (https://bit.ly/311MBidhttps://bit.ly/2NkXzHm).

A confermare per l’ennesima volta la matrice politica e la regia dell’operazione Mascherine tricolori, è apparso di nuovo lo striscione “Alcuni italiani non si arrendono” (v. foto), già visto in altre manifestazioni del partito delle tartarughe frecciate fin dal 2014. Per non parlare dell’intervento al microfono di Simone Di Stefano, capo politico di Casa Pound, come candidamente mostrato via Twitter da Andrea Bonazza, leader del partito di Bolzano, e dall’articolo pubblicato su Il Primato nazionale, rivista ufficiale dell’organizzazione (v. foto).

Nota di colore (nero): nelle immagini di piazza Bocca della Verità si nota uno striscione con la scritta “+ famiglia e – case famiglia” (v. foto). Allusione al cosiddetto “caso Bibbiano” e alla crociata strumentale contro servizi sociali, tribunali dei minori e affido familiare, dipinti come organizzazioni criminali per sottrarre bambini e bambine alle famiglie di origine: uno dei cavalli di troia dei neofascisti per farsi conoscere e attrarre consensi fuori dalla propria area politica.

Concludendo: la manifestazione nazionale del 20 maggio si è rivelata di fatto un flop, con relativamente pochi partecipanti e una risonanza mediatica pressoché limitata alla sola Roma. Probabilmente, organizzare per otto settimane di seguito manifestazioni con una presenza diffusa sull’intero territorio nazionale è stato un sforzo notevole per Casa Pound, che mostra segni di stanchezza. Per quanto radicato e provvisto di una ferrea struttura gerarchica e militante, infatti, il partito non è evidentemente riuscito ad andare oltre la cerchia dei simpatizzanti e ad aggregare quei settori di classe lavoratrice in difficoltà sociale ed economica.

Ma se c’è da aspettarsi una pausa nei mesi estivi, occorre non abbassare la guardia e allentare la vigilanza antifascista: è probabile che con l’autunno Casa Pound tornerà alla carica. Simone Di Stefano, secondo quanto riporta Adn Kronos (https://bit.ly/3dnCM0o), ha espresso una non troppo velata minaccia di disordini di piazza nei mesi a venire: «A settembre o a ottobre, la situazione nelle piazze può farsi incandescente, non da parte nostra, ma sappiamo che quando la situazione degenera nelle piazze può succedere di tutto. Le piazze non sono ancora strapiene anche perché gli italiani stanno cercando di salvarsi».

Continueremo a monitorare questa e altre forme di travestimento della destra neofascista.

22 giugno 2020
Osservatorio democratico sulle nuove destre

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